Incontrato il giovane Icaro, che a forza di sbatter la faccia per terra nel tentativo d'imparare a volare è diventato bellissimo da sgorbio che era, Pollon nel tentativo d'aiutarlo lo conduce dal grande inventore Efesto, il dio scienziato: presto però la figlioletta di Apollo entra in competizione col ragazzo ed entrambi alla fine s'appropriano delle ali rispettivamente di Eros e Paperotto e con quelle iniziano a svolazzar in aria felici. L'anziano genitore di Icaro, Dedalo, ha poi attaccato loro le ali alla schiena con una colla super resistente, ma questa si scioglie quando Icaro senza criterio e con superbia s'avvicina troppo al Sole. Punito per la sua ambizione e sfrontatezza (la hybris del pensiero Greco) Icaro precipita rovinosamente al suolo e la botta presa gli fa perder la memoria. L'avventura si conclude con la pacificazione di Apollo ed Efesto, che avevano continuato a litigare e darsele di santa ragione per tutto il tempo e con Icaro che ricomincia a gettarsi giù dai burroni con l'intento di volare.